Dracula, Mavilla & Marchiani
MAVILLA nacque a Firenze un giorno piovoso del XX secolo (forse). Fin da piccolo fu esuberante, come si vede da questa foto scattata quando aveva dieci anni, in un momento in cui era particolarmente calmo.

Tutti, del resto, ricordano quando prese il Palazzo d'Inverno, dopo aver preso anche quello da mezza stagione (quello d'Estate no perchè era troppo caldo). Invano gli chiesero la restituzione: appena ci provarono Mavilla sparò loro addosso dalla corrazzata Potemkin, mentre Eisenstein girava un film che però ebbe scarso successo e al box-office fu battuto da ""Nove settimane e mezzo" (non erano dieci perchè c'era lo sconto imposto dal ministro Veltroni).
Dopo una profonda crisi esistenziale, essendo un artista di lotta e di governo, lotta ai bischeri e governo di quel che gli garbava, Mavilla si legò molto a Marco Marchiani, uniti dall'ammirazione per l'unico intellettuale che, disse, ""è vivo e lotta con noi"", Dracula, che i due andavano spesso a trovare in Transilvania usando un abbonamento (scaduto) delle Ferrovie dello Stato. Che in Transilvania funzionano esattamente come da noi. Al prestigioso genio transilvano i due dedicarono in segno di omaggio e di stima ""L'attesa della notte"", poesia di Marco Marchiani e disegno di Mavilla. Molto, ma molto, ma molto, bene. Come si può vedere.
![]()
|
|
Nasconde alla luce, il pesante velluto, la grande sala del castello. Senza fine il giorno; dolorosa l'attesa della notte.
Per ingannarla il conte gioca a poker con Bram Stoker. |